La voce umana è un fenomeno complesso, soprattutto se pensiamo alla sua definizione estetica e culturale. In questo caso non esiste certamente una definizione di bello che possa abbracciare tutte le innumerevoli manifestazioni culturali legate all’emissione vocale che esistono al mondo.
La voce è prodotta dalla vibrazione delle corde vocali per effetto dell’aria che inspiriamo e poi espiriamo, e tali corde sono come delicati meccanismi che ci permettono di utilizzare la voce, cantare ma anche parlare, si trovano nella laringe.
Nel corso della storia la voce è stata utilizzata per una serie di finalità che molto spesso possono apparire anche distanti dal nostro modo di concepire il concetto di bello. Pensiamo ad esempio a quanto differenti e distanti possano apparire tra loro il canto lirico e moderno, o forme artistiche occidentali e altre di canto orientale, o ancora, altre forme stilistiche europee come i madrigali. Questo accade perché la musica si evolve con la società che la elabora e che ne fa uso restando un fenomeno soggettivo, che ci coinvolge a livello emotivo andando a sfiorare la memoria e il proprio vissuto. Di conseguenza, nel corso della storia è cambiato il concetto di bello legato alla voce dell’artista.
In merito alla voce umana, si parla spesso di timbro vocale e di registro, ma cosa sono esattamente? Sappiamo che il timbro vocale dipende da una serie di parametri tra cui anche la conformazione fisica dell’esecutore, e per ciò che concerne l’emissione, sappiamo che esiste una cosiddetta voce di petto e un falsetto. Si tratta di una definizione tradizionale anche se di fatto esistono diverse modalità di emissione che utilizzano entrambi i sistemi per i suoni gravi o acuti.
Ricordiamo che il suono è vibrazione e che a risuonare può essere la cassa toracica se le note possiedono una bassa frequenza oppure di petto quando le note sono più acute, o addirittura di testa se sono ancora più acute. In generale il registro delle voci maschili si colloca un’ottava sotto quello delle voci femminili.
Possiamo dire che i registri delle voci femminili si dividono in soprano, mezzosoprano, contralto; mentre le voci maschili si dividono in tenore, baritono, basso. Nel mondo della musica lirica e dell’opera, si possono distinguere ulteriori categorie di registri come il soprano drammatico, lirico-drammatico, lirico leggero, drammatico d’agilità, wagneriano. Un mezzosoprano può essere mezzosoprano grave, centrale, acuto; mentre un contralto assoluto o mezzocontralto. Il tenore può essere leggero, lirico leggero, drammatico, lirico spinto; mentre un baritono drammatico, cantabile, leggero, e il basso profondo, lirico o leggero.
Possiamo quindi elaborare una definizione di registro in grado di racchiudere la molteplicità di espressioni vocali esistenti nel mondo del canto a noi vicino. Con il termine registro si indica dunque un insieme di frequenze, di note caratterizzate dal medesimo timbro vocale, e che vengono percepite quindi in maniera simile. In realtà esistono scuole di pensiero piuttosto diverse, alcune delle quali hanno persino negato il concetto che esistano vari registri, affermando al contrario che esista solo l’estensione cantata o due teoria come il falsetto e il leggero. Il mondo del canto è in continua evoluzione come gli studi che lo accompagnano da sempre, indagandone usi, finalità sociali, accanto allo specifico campo della natura e delle caratteristiche della voce umana.