Segue da La videodance. Dalle origini ai nostri giorni – 1° parte
Dopo il successo delle prime emittenti dedicate esclusivamente alla trasmissione di video musicali, appunto negli anni ’90, a partire dal 2000 i maggiori network televisivi hanno iniziato a dedicare attenzione sempre crescente verso il settore della coreografia, anche perchè il contemporaneo successo dei reality shows a livello mondiale ha consentito una valorizzazione delle maestranze artistiche in ambito televisivo, anche nel mondo della danza (basti pensare alle varie edizioni mondiali di reality shows come Saranno famosi e simili).
Ma i tratti della videodance hanno continuato a riceve stimoli ‘dal basso’ attraverso cui qualificare la sua legittimità artistica come danza autonoma, autentica e creativa come le altre e forse anche molto di più, da un certo punto di vista.
Con la diffusione popolare di mezzi di videoripresa di diversa fattura, e con la nascita di piattaforme pubbliche che permettono la pubblicazione gratuita in Rete da parte del semplice ‘amatore’, la ‘videodance’ si è dimostrata essere una ‘pratica’ popolare straordinariamente diffusa, proprio perché ha accolto ed incanalato nei suoi confini quello che è – oggi più che mai – il consumo pubblico, ma anche privato, personale, della danza come forma di espressione del sentimento umano.
Ed ecco che a partire dai primi anni Duemila ci siamo trovati invasi di brevi video clip traballanti, in cui centinaia di migliaia di adolescenti di tutto il mondo hanno ballato al ritmo della musica a loro preferita.
Ragazzine e ragazzini di tutte le età e di tutte le latitudini che hanno dato prova di poter improvvisare ogni genere di coreografia o balletto di fronte a qualsiasi genere di obiettivo, dalla vecchia videocamera a nastro del cugino fino allo smartphone di ultima generazione, quello che con pochi colpi di polpastrello ti fa il montaggio, il rendering e l’upload del filmato direttamente sul canale YouTube.
Ma ecco, arrivati a questo punto non dovete pensare che – di nuovo, come sempre – l’alto abbia preso tutta questa distanza dal ‘basso’.
Nella ‘videodance’ contemporanea non ci sono solo i grandi coreografi inseriti nello star system, da un lato, e i ragazzini che ballano davanti all’iPhone durante la ricreazione, dall’altro lato della piramide artistica.
C’è molto, molto di più.
Perchè il ‘ragazzino più bravo a ballare su Youtube’ è diventato una celebrità, oggi, ha un’agenzia che lo segue per pianificargli gli ingaggi e un canale YouTube con 150 mila iscritti.
Sto parlando di TakeSomeCrime.
Non solo non balla affatto male; ma è decisamente l’esempio di un ballerino che ha saputo interpretare in modo creativo questi canali di comunicazione, fino ad inventare letteralmente una professione, divertendosi e lavorando con indubbia creatività.