Il mondo della cultura e dell’arte procede sempre accavallando contributi alti con quelli bassi, mescolando con pazienza generi popolari con tecniche d’accademia, interpolando passato e presente in vista di un futuro che diviene inevitabilmente foriero di scenari e riferimenti sempre cangianti.
Accade spesso, in ogni caso, che si verifichino periodi di accelerazione dei processi culturali, non raramente disgiunti da resistenze più o meno giustificate dall’idea di difesa della ‘tradizione’, che per essere tale deve dimostrarsi evidentemente diffidente alle novità, resistenze e recuperi che poi quasi sempre sono destinati ad essere sopraffatti dalle nuove ‘mode’ dettate dalla modernità.
La genesi e l’affermazione della videodance ha seguito e sta tuttora seguendo processi di assimilazione culturale molto simili a quelli sopra descritti, alternando fasi di discreto riscontro popolare con momenti di rigenerazione artistica, dall’ampia carica innovativa, portata avanti da singoli pionieri.
In generale lo strumento del ‘video’ ha influito sulla ricerca artistica di molti ballerini a partire dagli anni ’30 del secolo scorso. Non sarebbe affatto difficile rintracciare anche per la videodance origini ‘accademicamente’ nobili, più o meno riferibili ad alcuni esponenti della ricerca artistica nel campo della danza contemporanea e della coreografia, a partire dal periodo a cavallo tra gli anni ’60 e ’80 e in riferimento alla società nordamericana.
Ma se vogliamo escludere alcune prime ricerche artisticamente ‘alte’, in cui l’uso della tecnica di videoripresa ha senz’altro influenzato in vario modo diverse tra le sperimentazioni delle varie scuole di danza contemporanea tout court, è innegabile segnare nel decennio degli ’80 e ’90 un punto di maturazione decisivo per la ‘videodance’, anche e soprattutto per il successo che il consumo di massa dei ‘video musicali’ ha determinato nella consapevolezza pubblica di questo genere di ‘danza’.
In poco meno di un ventennio le grandi stelle della musica pop hanno letteralmente dato vita ad un’industria della coreografia filmata, alimentando quindi una professionalizzazione che fosse immediatamente in grado di rispondere alle nuove esigenze dell’industria dello spettacolo mondiale.
Articolo molto interessante.
Mi sono soffermata nel visionare il video che avete pubblicato…..la Musica pop sente la mancanza di una star come Michael .
Ciao Simona benvenuta e grazie per quello che scrivi. Sono d’accordo con te, e al di la di qualsiasi polemica sulla persona, artisticamente la perdita è stata enorme. Artisti del genere sono insostituibili.