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Proposte Per Un Laboratorio Di Recitazione

Un Laboratorio di recitazione, organizzato su tre percorsi, che uniscono intimamente teatro recitazione, corpo e voce.

Il 30 e 31 gennaio 2016 l’associazione culturale A Piedi Nudi ha ospitato il laboratorio teatrale di recitazione condotto dal giovane attore e regista padovano Emanuele Ferrarini.
Un laboratorio teatrale può essere un’importante occasione di approfondimento per coloro che già praticano l’arte della recitazione, così come può costituire un’opportunità per scoprire nuove discipline, nuovi canali artistici e comunicativi. Approfittando di questo interessante ed eclettico laboratorio di recitazione e teatro, diamo avvio ad una piccola rassegna sulle possibili articolazioni di questi percorsi.

Il regista/attore, d’accordo con i membri dell’associazione ospite, ha deciso di suddividere il laboratorio in tre sezioni: il 30 mattina dedicato allo Sharing Training, il 30 pomeriggio al percorso Come usare la voce senza perderla, il 31 pomeriggio al percorso Corporalmente voce. In questo modo ha agevolato le possibilità di iscrizione dei partecipanti che potevano seguire solo una delle tre parti, o tutte: in base ai propri interessi e alle proprie disponibilità di tempo.

Tra le abilità del conduttore del laboratorio di recitazione, c’è stata precisamente la capacità di individuare delle pareti che definissero con precisione ognuno dei tre percorsi, ma allo stesso tempo mantenere in evidenza un filo rosso che permetteva di considerarli come parti di un insieme coerente.

Lo Sharing Training (allenamento condiviso) è un elemento caratteristico dell’associazione A Piedi Nudi: un allenamento professionale con contributo a offerta libera.
Durante questa occasione Emanuele Ferrarini ha potuto presentare, nella concretezza dell’esperienza, il proprio lavoro ai suoi ospiti, attraverso una sorta di presentazione corporea e sonora che ha permesso di superare il sentimento di estraneità tra persone sconosciute.

Come usare la voce senza perderla è un percorso di recitazione che il regista ha dedicato a tutti i lavoratori vocali (insegnanti, lettori, etc…), ma aperto anche a chiunque fosse piacevolmente interessato a curiosare tra le casse di risonanza corporee.

Corporalmente voce, infine, raccoglie in sé il filo rosso di cui scrivevamo sopra; ed è, peraltro, un’espressione emblematica della ricerca laboratoriale e attoriale del regista: un corpo sonoro e una voce corporea.

A partire da un riscaldamento vocale e fisico estremamente accurato ed accessibile a qualunque livello di esperienza, il conduttore del laboratorio di recitazione, ha condotto i partecipanti alla scoperta dei suoni e dei movimenti (concepiti come un insieme indissolubile) della natura (il mare, il vento, gli animali). In questo modo ha attinto da molteplici fonti:

  • il feldenkrais,
  • il canto armonico,
  • la danza butoh,
  • il teatro proposto da Eugenio Barba e dall’Odin Teatret,
    per citarne solo alcune.

    Recitazione: Telepasolini
    Ferrarini in Telepasolini

    Inoltre ha avuto la capacità di fondere questi indirizzi di ispirazione in una miscela nuova ed originale, autonoma e riconoscente nei confronti delle sue origini.
    A questo coro di voci se ne sono aggiunte altre: le voci di carta e di inchiostro dei poeti. José Saramago e Pier Paolo Pasolini.

    In entrambi i casi, il regista ha proposto alle persone partecipanti alcuni frammenti di poesie, con l’invito ad interiorizzarli ed esteriorizzarli attraverso il corpo e la voce (intesi come un tutto plurale: molti corpi e molte voci dentro ciò che appare come un unico corpo). Così Le ceneri di Gramsci, Preghiera su commissione e Impariamo il rito sono diventate delle piccole partiture performative, dinamiche, fluide, continuamente esplorabili e trasformabili.

    Alla capacità di offrire una proposta che non è divenuta mai monocorde, mai ripiegata su se stessa, Emanuele Ferrarini nel suo corso di recitazione, ha saputo abbinare anche la competenza di accompagnare tutti i partecipanti (come singoli individui e come membri di un gruppo) attraverso le tappe variopinte del viaggio che aveva elaborato. In questo modo ha reso il suo laboratorio un’opportunità davvero accessibile a chiunque, a prescindere dalle competenze professionali, dall’età, dalla confidenza con i propri strumenti fisici e vocali.
    Sono ricerche come queste che ci fanno intravedere, nella concretezza del teatro delle eccellenze non note o poco note, la possibilità che il teatro e l’arte possano recuperare la dimensione onnicomprensiva e il ruolo sociale (responsabile e consapevole) che nel guazzabuglio televisivo e consumistico attuale sembrano aver smarrito.

Proposte Per Un Laboratorio Di Recitazione Aggiornato: 2016-04-05T17:03:53+02:00 da luca

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