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Il Common Language Nella Danceability

La Danceability ha sviluppato uno strumento essenziale, Il Common Language, un tipo di comunicazione che avviene su livelli “sottili” pre-linguistici

Come abbiamo evidenziato nei precedenti articoli, la DanceAbility® si basa sull’elaborazione di ciò che Alito Alessi ha definito: Common Language (linguaggio comune).
Per Common Language Alessi intende non una vera e propria lingua vocale, ma una struttura condivisa di comunicazione pre-linguistica che passa attraverso il corpo e che, per questo, può essere usata e compresa da tutte le persone presenti in sala.

Alito Alessi ha individuato un metodo che permette di costruire tale linguaggio comune. Si tratta di un gruppo di esercizi, denominati Common Language Excercises, che Alessi trasmette durante il corso di formazione per insegnanti (il DanceAbility® Teacher Training). Dal momento che il metodo DanceAbility® è sottoposto ai vincoli di ogni marchio registrato, non è possibile divulgare nel dettaglio – in questa sede – gli esercizi in questione. È possibile scoprirli, tuttavia, attraverso l’esperienza diretta: partecipando a laboratori di DanceAbility® oppure intraprendendo il percorso di formazione con Alito Alessi (il DanceAbility® Teacher Training).

Danza disabili: street parade
Street Parade di danceability 3 ottobre 2015 a Roma

Un elemento fondamentale per la costruzione del Common Language è l’identificazione di quello che Alessi definisce “minimo comun denominatore”: l’insegnante che conduce il laboratorio deve individuare qual è (o quali sono) l’abilità condivisa da tutti. A titolo di esempio proponiamo un episodio raccontato da Alito Alessi ai suoi allievi: alcuni anni fa, partecipò ad un suo laboratorio una donna in coma; la donna era stata accompagnata in sala sopra un letto con le ruote, spinto dai genitori. Durante il riscaldamento Alessi si rese conto che la donna poteva muovere l’indice destro, così il movimento dell’indice destro divenne il minimo comun denominatore, l’elemento condiviso da tutti i partecipanti.

Una volta individuato il minimo comun denominatore è possibile costruire una lezione all’interno della quale la possibilità di errore svanisce:

“Nella DanceAbility® non esiste la possibilità di sbagliare”

ripete spesso Alito Alessi,

“Non perché tutti sanno perfettamente cosa fare, ma perché è organizzata in modo tale che i cosiddetti errori diventano parte integrante degli esercizi e delle improvvisazioni”.

Si tratta di un metodo di danza basato sulla relazionalità, dunque “nessuno viene mai lasciato solo” (citiamo ancora una volta Alito Alessi).
A questo scopo è utile, per l’insegnante che conduce il laboratorio, avvalersi del supporto di alcuni assistenti: il numero ideale sarebbe tre, ma possono essere anche meno. Il compito degli assistenti, che partecipano attivamente al laboratorio, è quello di accorgersi delle occasioni di “isolamento” (qualcuno si isola o viene isolato) o di pericolo (ricordiamo che uno dei capisaldi della DanceAbility® è il lavoro in massima sicurezza) e improvvisare delle soluzioni oltre ad avvertire l’insegnante. Inoltre gli assistenti (che nel linguaggio della DanceAbility® vengono chiamati “satelliti”) fungono anche da “ponte” tra l’insegnante e le persone che partecipano al laboratorio: possono chiarire eventuali lacune dell’insegnante, e possono mostrare gli esercizi proposti (a scopo esemplificativo).

Attraverso l’insieme di tutti questi elementi è possibile pervenire alla costruzione del Common Language.
Ricordiamo che il linguaggio comune non passa attraverso le strutture razionali logico-cognitive mentali, ma è una forma di comunicazione corporea, ritmica e intuitiva; dunque può essere compreso, appreso e utilizzato da tutte le persone, a prescindere dalle loro abilità o disabilità.

A questo proposito torniamo a precisare (come abbiamo già indicato in articoli precedenti) che la DanceAbility® non è rivolta esclusivamente alle persone disabili, né esclusivamente a categorie specifiche di persone disabili. Ci soffermeremo su questo argomento in un prossimo articolo, ma qui ci preme ribadire che la DanceAbility® è un metodo per costruire una lezione di danza in base alle persone presenti in sala in quel momento: danzatori professionisti di alto livello, danzatori amatori, persone abili, persone con disabilità fisica, persone con disabilità mentale, persone solitamente definite “marginali” o “disagiate” (persone che hanno subiti traumi fisici o psicologici, persone che vivono o hanno vissuto esperienze di tossicodipendenze, ad esempio), di ogni età; insomma tutte le persone che hanno il desiderio di tessere relazioni attraverso il corpo e il ritmo.

Il Common Language Nella Danceability Aggiornato: 2016-03-30T00:38:14+02:00 da luca

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