La storia della danza comprende una serie di nomi importanti e personalità che hanno gettato le basi per la disciplina attualmente riconosciuta in tutto il mondo. Tra le personalità di spicco, non possiamo non dedicare uno spazio a quella che viene probabilmente considerata la più celebre ballerina danese del diciannovesimo secolo, Lucile Grahn.
Lucina Alexia Grahn nasce nel 1819 a Copenaghen, dove si avvia allo studio della danza quando è ancora una bambina. Ha appena 7 anni quando viene ammessa alla Scuola del Teatro Reale Danese della capitale, riuscendo a rappresentare il ruolo di un giovane Cupido nello spettacolo di punta della Scuola. L’esibizione è davvero sorprendente, al punto da attirare l’ammirata attenzione del celebre coreografo August Bournonville e dell’italiano Vincenzo Galeotti.
A partire dal precoce debutto, le grandi potenzialità di Lucina vengono curate direttamente da Bournonville, che decide di condurla con sé a Parigi nel 1834, organizzando un incontro con la leggendaria ballerina italiana Maria Taglioni, impegnata con lo spettacolo La Sylphide all’Opéra di Parigi.
L’ingresso ufficiale nel grande mondo della danza avviene in questi anni, quando la giovane Lucina viene selezionata per portare in scena il ruolo di Astrid in Valdemar, nel 1835, proseguendo sotto la spinta di un progresso incalzante nella celebre opera La Sylphide, e nell’anno successivo nel Don Chisciotte.
È il periodo di maggiore floridità personale ed artistica di Lucina, ormai quindicenne, descritta come “alta, svelta, slanciata della persona, ricca d’una bellezza fantastica, quasi ideale”, caratteristiche indispensabili per raggiungere l’apice della propria carriera, ma anche il cuore del Maestro Bournonville. Tra i due, infatti, nascerà una breve, ma intensa storia.
L’intesa si scioglie in seguito alla triade di successi conseguiti dalla giovane ballerina, nel cui animo comincia ad accendersi la scintilla della passione e della ricerca per il grande balletto, che le farà desiderare di cavalcare il palcoscenico dell’Opéra di Parigi.
Nonostante l’opposizione da parte di Bournonville, Lucina riesce ad ottenere un permesso speciale direttamente dalla principessa di Danimarca Wilhelmina, dando una svolta radicale alla sua grande carriera.
Il debutto parigino avviene nel 1838 con lo spettacolo Carnaval de Venice. Pochi anni dopo, arriva la grande occasione, quando viene nominata per sostituire la celebre ballerina viennese Fanny Elssler nell’opera La Sylphide, che tanto aveva catturato l’ammirazione di una Lucile ancora bambina diversi anni prima. L’esito dello spettacolo è decisivo. La grazia eterea della giovane Lucile viene accolta dal pubblico con maggiore entusiasmo rispetto alla bravura più solida e terrena della Elssler.
L’astro nascente della Grahn subisce purtroppo un rallentamento. Durante lo spettacolo Le Diable Amoreux, nel 1840, la ballerina subisce un infortunio al ginocchio, che le impedirà per ben due anni di salire sul palcoscenico. Questo evento influenzerà la carriera di Lucile, che deciderà di abbandonare definitivamente Parigi, per trasferirsi a San Pietroburgo.
La Russia accoglie con grande approvazione la ballerina danese, portandola sulle scene nell’opera Giselle ed in seguito nuovamente ne La Sylphide. L’interpretazione viene apprezzata talmente tanto dal pubblico e non solo. Secondo alcune fonti, infatti, un’ammirata Imperatrice decide di regalare alla ballerina dei diamanti. Tuttavia, l’ambiente russo non è particolarmente piacevole per Lucile, costantemente ostacolata dall’invidia di Elena Andreianova, una delle più importanti ballerine del momento.
Nel 1843 si apre una nuova fase della carriera della Grahn, che decide di trasferirsi a Milano, debuttando nel balletto Elda, diretta da Bernardo Vestris. La floridità artistica della ballerina danese è all’apice, come dimostrano i numerosi successi degli ultimi anni, sotto la guida del coreografo Jules Perrot, tra cui l’indimenticabile Pas de Quatre, assieme alle stelle della danza mondiale Maria Taglioni, Carlotta Grisi e Fanny Cerrito, l’Eoline del 1845 ed il Catarina ou La Fille du Bandit nel 1846.
La carriera della Grahn subisce a questo punto una trasformazione. I ruoli da interprete iniziano a ridursi sempre di più, accostati invece da numerosi successi dal punto di vista della coreografia, che spesso porta in scena personalmente. Parliamo di rimaneggiamenti e reinterpretazioni delle opere più celebri dell’epoca, così come di spettacoli innovativi, messi a punto dalla stessa ballerina, come Il folletto a quattro o La capricciosa punita ed il mitologico Bacchus et Ariadne.
A partire dal 1848 Lucille si trasferisce nuovamente, questa volta in Germania, dove risulterà ancora attiva artisticamente nei teatri di Amburgo e Berlino. Nel 1856, una matura Lucile Grahn sposa il celebre tenore Friedrich Young. Il connubio tra i due si rinsalda definitivamente in seguito ad un drammatico incidente di Young, che riporta danni fisici permanenti. La Grahn decide a questo punto di dedicarsi alle cure costanti nei confronti del marito, abbandonando per sempre le scene della danza.
In realtà, pur non salendo più personalmente sul palcoscenico, Lucile Grahn sceglierà di affidarsi all’insegnamento del ballo e alla coreografia, collaborando addirittura con Richard Wagner nell’opera Tannhauser.
La vita di Lucile Grahn prosegue all’insegna della tranquillità ancora per molti anni, finché, oramai ottantenne, muore nel 1907 nella sua casa a Monaco. La città riconoscerà l’enorme talento e l’importante contributo della Grahn nel mondo della danza tedesca e mondiale, tanto da intitolarle una strada della città tedesca.