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I talent show sulla danza: solo spettacolo?

Sono passati quattordici anni dalla prima edizione del talent più famoso della tv, Amici, che ha dato in seguito il via a una lunga serie di show più o meno rimaneggiati ma basati sulla stessa vincente formula. Tutti questi programmi messi in onda settimanalmente sono caratterizzati dallo stesso comune denominatore: lo spettacolo. Che si tratti di canto, danza o altre forme di esibizione o linguaggi artistici, alla base di questi spettacoli troviamo sempre il talento, elemento ormai immancabile sugli schermi televisivi.

La maggior parte di questi programmi riveste un ruolo che può essere paragonato a quello dei talent scout di qualche decennio fa, quando le principali etichette discografiche si servivano dei propri agenti per scovare voci e volti promettenti sperando di lanciare nuove celebrità. Se fino a pochi decenni fa, infatti, il sogno di “sfondare” nel mondo dello spettacolo era riposto totalmente nelle mani di queste figure, contemporaneamente temute e ambite dai giovani artisti, oggi si basa soprattutto sulla moderna arte dei provini.

Bacio tra Giulia Pauselli e Stefano De Martino
Giulia Pauselli e Stefano De Martino durante una puntata di ‘Amici 10’.

Ogni anno assistiamo a un numero di casting sempre più alto, dove si incontrano file interminabili di giovani promesse – o cialtroni alla ricerca di una minima visibilità – con le dita incrociate in attesa di essere valutate da una commissione, incaricata di cercare tra migliaia di ragazzi quella scintilla che possa fare la differenza. Il tutto si gioca ovviamente in pochi secondi di esibizione e sta al giovane emergente lasciar trapelare il talento nascosto cercando di superare lo scoglio dell’emotività.

E via così, casting dopo casting, fino ad arrivare nel migliore dei casi all’ultimo, decisivo provino, sul palco, davanti al pubblico in trepidante attesa e soprattutto lei, la Giuria. Ed ecco che i moderni gladiatori del palcoscenico si ritrovano con in mano solo la propria arte e la propria speranza, in attesa di conoscere le proprie sorti. Cosa sarà del proprio futuro?

Nel caso particolare della danza, non neghiamo che i talent show possono rappresentare una grandissima opportunità per questi giovani artisti. Infatti fino a poco tempo fa l’unica possibilità di farsi conoscere nell’elitario e ristretto mondo del ballo era quello di sperare, dopo tanta fatica, di accedere ad un’ambita accademia di danza, esibendosi sui più importanti palcoscenici del mondo, arrivando solo in rarissimi casi ad ottenere quella celebrità che invece chi frequenta un talent show riesce ad ottenere. Se poi a questo aspetto aggiungiamo i numerosi ingaggi che i produttori riescono a procurare ai ballerini più meritevoli, si intensifica ancora di più l’aspetto vantaggioso del casting.

È chiaro che guardando la situazione con quest’ottica è inevitabile pensare a come sia stato possibile creare il divario tra i “puristi” della danza, quelli che non andrebbero ad un talent nemmeno sotto tortura, e quelli che invece accettano l’ipotesi del talent come un modo per ottenere un riconoscimento più “popolare” ed immediato.

A prescindere da tutte le considerazioni personali e non che si possono avanzare in merito ai talent, è evidente che in ogni caso entrambe le categorie hanno in comune non solo l’amore per la danza, ma anche la fatica precedente alla carriera artistica.

Sia i ballerini meno aperti ai talent, sia quelli che invece ambiscono ad accedervi, sono infatti accomunati dai corsi di danza a cui hanno dovuto partecipare per diversi anni. Gli anni di fatica e di sacrificio danno sempre i loro frutti, per cui prima di pensare al successo, bisogna soprattutto lottare per raggiungerlo, giorno dopo giorno, frequentando un buon corso di danza, che possa garantire l’acquisizione di nozioni di base, così come quelle più avanzate. Il ruolo dell’accademia o del talent, sarà quindi quello di perfezionare sempre di più la tecnica e le capacità del ballerino, studiando insieme a professionisti di spicco nel settore. In altre parole, un talent può rappresentare una buona vetrina per l’artista ma solo in presenza di requisiti che possano far sì che una volta terminato il percorso televisivo, la sua carriera artistica possa davvero prendere il volo in maniera duratura e professionale.

Il criterio che seguono gli esaminatori delle migliori accademie e compagnie di danza, così come quelli dei casting per i vari programmi televisivi, è in ogni caso sempre lo stesso: la ricerca del talento, altrimenti non si chiamerebbero, appunto, “talent”. Non dimentichiamoci la presenza di un ulteriore termine che accompagna il precedente: show. Si, perché tutti questi programmi restano pur sempre delle forme di spettacolo e come tali hanno l’obiettivo di intrattenere il pubblico.

Può capitare, al massimo, che nel corso del programma possano avanzare in particolare le personalità più forti o più gradite al pubblico, piuttosto che quelle più talentuose. In ogni caso un buon talent dovrebbe essere in grado di dare sempre maggior voce in capitolo ai professori e a una giuria di esperti, che possa intercedere nei confronti degli artisti più capaci.

I talent show sulla danza: solo spettacolo? Aggiornato: 2015-06-22T19:35:33+02:00 da luca

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