Nel balletto, il pas de deux è uno dei momenti più caratteristici e significativi che possa presentare l’intera opera. Si tratta, come suggerisce il termine francese – diretto discendente delle categorie accademiche – di un duetto eseguito da ballerini che compongono alcuni particolari passi assieme. Generalmente per il pas de deux è richiesta la presenza di un uomo ed una donna, ma non mancano eccezioni a questa regola.
L’importanza attribuita ai duetti nasce dal fatto che sono in effetti quelle parti dell’opera che si ricordano con più chiarezza, forse in virtù della loro essenzialità formale che permette di esprimere al meglio la simbiosi che si crea fra musica e coreografia. Anticamente, poi, il loro scopo era anche portare in scena i ballerini più in vista, dedicargli un momento speciale e permettere al pubblico di goderne, vezzeggiandoli. Uno spettacolo in tutti i sensi della parola.
Ancora oggi, il pas de deux rappresenta una combinazione armoniosa fra arte e tecnica, che li rende uno dei motivi validi per affermare che il repertorio classico non passa mai di moda.
La struttura classica del duetto, chiamata grand pas de deux, è considerata quella che presenta cinque parti distinte, che comprendono l’entrata, un adagio, due variazioni – ossia un solo per ogni ballerino – e la coda conclusiva. Spesso oltre alla struttura è presente anche una coerenza simbolica e concettuale, che fa condividere ai due danzatori un’unico tema. Nel caso di una storia d’amore, ad esempio, le espressioni e l’attorialità contribuiranno a mettere l’accento sul tema portante.
L’entrata sul palco – entrée – ha la funzione di un preludio di breve durata, il cui scopo è interrompere l’andamento generale dell’opera e sottolineare il momento del pas de deux. I due ballerini generalmente entrano da soli e si “incontrano” sul palco, prendono posizione l’uno accanto all’altro preparandosi per l’inizio del duetto
L’adagio è invece il corpo principale della coreografia a due. Gli eleganti, aggraziati ed elaborati movimenti della coppia disegnano un andamento lento ed ampio, in cui la ballerina ha la parte più evidente, forte dell’appoggio del suo partner. Questi, invece, dovrà puntare sulla presenza e sull’uso di uno “sforzo grazioso”, per sostenere la ballerina senza apparire in difficoltà. I modi con cui ciò si produce sono moltissimi e tutti sono accomunati dall’offrire un supporto senza il quale i passi bilanciati e complessi della ballerina sarebbero non solo virtualmente difficili, ma anche impossibili.
Una volta completato l’adagio, i due si separano e, a turno, assumono un ruolo centrale sul palcoscenico, dando vita alle variazioni – dei veri e propri soli. A differenza dell’adagio, i movimenti si fanno molto più spettacolari e rendono evidente il complesso allenamento tecnico richiesto ai ballerini. Sono i momenti salienti in cui i due danzatori dialogano attraverso un vocabolario di movimenti proprio, con cui possono sottolineare il tema portante del pas de deux ma anche, allo stesso tempo, mostrare le proprie massime doti acrobatiche.
La conclusione del pas de deux è invece affidata alla coda. Si tratta di una riproposizione sintetica delle fasi precedenti del duetto, in particolare degli elementi caratteristici dell’adagio, il cui scopo è placare l’esuberanza delle variazioni e preparare il pubblico al ritorno verso l’andamento originario dell’opera.
Fra i grandi pas de deux nella storia del balletto ricordiamo quelli de Il lago dei cigni, Lo schiaccianoci, e naturalmente il lungo duetto finale del Don Quichotte.