Il mondo della danza, nella vasta eterogeneità di discipline che lo compongono, è in grado di spaziare tra figure, regole ed emozioni contrapposte. Parliamo, per esempio, della netta differenza tra la fluidità e la creatività tipiche della danza contemporanea, e il rigore che da sempre contraddistingue la danza classica.
Tuttavia, come consiglia la maggior parte degli insegnanti di ballo, la danza classica può essere considerata come un ottimo trampolino di lancio per tutte le altre discipline, fornendo a tutti i ballerini le basi per ottenere una postura ed un’impostazione ottimali.
La danza accademica, altro nome della danza classica, è caratterizzata soprattutto da un rigido rispetto per le regole, alla base di ogni posizione e movimento. Sin dalle prime lezioni, il ballerino viene inserito in un contesto piuttosto diverso da quello tipico delle altre discipline, cominciando a muovere i primi passi, in senso letterale e metaforico, all’interno di quella che può sembrare una dimensione alternativa.
È proprio in queste prime fasi, infatti, che si comincia ad assorbire lo spirito di fondo della danza classica, apprendendo i concetti basilari di questa disciplina: rigore, concentrazione, sforzo fisico, ma anche eleganza, arte, creatività.
Le prime nozioni della danza classica sono incentrate soprattutto sull’apprendimento delle posizioni o figure di base, che serviranno proprio a costruire l’impostazione mentale e fisica indispensabile per l’esecuzione di qualunque altra coreografia.
Le posizioni di base sono sei e richiedono una certa predisposizione anatomica, che può essere raggiunta anche mediante un buon esercizio di allungamento e distensione di ossa, muscoli e legamenti.
La prima posizione viene eseguita con entrambi i piedi ben ruotati verso l’esterno, mantenendo i talloni a stretto contatto tra loro, in modo tale da creare un angolo perfettamente piatto. Le ginocchia sono unite, per consentire alla parte interna della gamba di ruotare leggermente verso l’esterno. Pertanto il concetto basilare della prima posizione è proprio quello dell’en dehors, ovvero “in fuori”.
La seconda posizione è piuttosto simile alla prima per quanto riguarda l’esecuzione, ma differisce essenzialmente per la disposizione dei talloni, che non sono più a stretto contatto tra loro, ma si distanziano di circa un piede e mezzo l’uno dall’altro. Di conseguenza, anche le ginocchia non sono più perfettamente unite.
Nella terza posizione i piedi sono ancora una volta ruotati verso l’esterno, ma una delle due gambe si sposta in avanti, portando il tallone davanti al controlaterale. A seconda dell’esercizio richiesto, si parlerà di destra o sinistra in base al piede che avanza.
La quarta posizione richiede un’elasticità maggiore, considerando che, anche in questo caso, i piedi sono disposti con lo stesso angolo di rotazione, ma il tallone della gamba anteriore deve essere perfettamente in linea con la punta di quella posteriore. Inoltre, devono mantenersi ad una distanza di circa un piede l’uno dall’altro.
La quinta posizione è considerata una variante della quarta, con la differenza che i piedi non devono presentare alcuna distanza tra loro, ma rimangono perfettamente uniti.
Infine, la sesta ed ultima posizione è la più semplice. I piedi sono uniti parallelamente tra loro, senza che vi sia alcuna rotazione in en dehors.
Le nozioni elementari della danza classica non si limitano solo alla corretta disposizione delle gambe. Osservando i ballerini professionisti, infatti, sin da piccoli abbiamo sempre cercato di imitarli tenendo le braccia in un determinato modo, ovvero sollevate al di sopra della nostra testa, formando un cerchio perfetto.
In realtà, le posizioni delle braccia possono variare notevolmente a seconda della figura da eseguire, nonostante richiedano sempre un certo rigore. Anche in questo caso troviamo una serie di posizioni di base.
La prima può essere considerata una sorta di preparazione, piuttosto che una posizione vera e propria. Viene definita “Bras bras” o preparatoria. Le braccia sono disposte lungo i fianchi, all’altezza del busto, leggermente spostati in avanti, mentre le mani si portano con i palmi verso l’alto.
La prima posizione è piuttosto semplice. Viene mantenuta la stessa impostazione prevista per la preparatoria, ma le braccia vengono portate in avanti e in su, all’altezza delle ultime costole. La forma è arrotondata, come se stessimo descrivendo un cerchio con la linea dei gomiti. Le dita delle due mani sono molto vicine tra loro, senza mai toccarsi.
La seconda posizione prevede l’apertura delle braccia, con i gomiti ben distesi lateralmente, ma tenendosi sempre leggermente al di sotto della linea delle spalle. L’intero arto tende a ruotare in avanti, mostrando al pubblico la parte interna dell’avambraccio.
La terza posizione è quella più celebre, impressa nell’immaginario collettivo della ballerina di danza classica. Le braccia vengono sollevate verso l’alto parallelamente, poco più avanti rispetto al corpo, mentre i gomiti sono leggermente piegati, per conferire all’intera figura un senso di morbidezza.
Generalmente, ognuna di queste posizioni, sia per i piedi che per le braccia, viene eseguita in successione all’interno di un unico esercizio preparatorio all’allenamento vero e proprio. Pertanto, è molto importante che l’esecuzione venga opportunamente valutata dall’insegnante di ballo, che sarà in grado di correggere persino quegli errori che ad un occhio meno esperto potrebbero apparire impercettibili.
È da questo punto di vista, quindi, che associamo un certo rigore alla disciplina classica. È fondamentale che il ballerino alle prime armi riesca prima di tutto ad apprendere nei minimi dettagli le nozioni elementari, gettando così le basi per una corretta e prospera formazione artistica.