Le tecniche dello Yoga, in Occidente, sono sempre state oggetto di incroci e melanges a volte affascinanti, a volte improbabili. Tutti conoscono ormai, ad esempio, l’AcroYoga (un incrocio con discipline acrobatiche) o lo Yoga della Risata, l’Hot Yoga (praticato in stanze riscaldate fino a 50° gradi) o il Power Yoga…e così via.
Se è vero che alcune di queste pratiche possono far un po’ sorridere, non si può comunque ignorare l’utilità dello Yoga in moltissimi contesti di applicazione. La varietà di discipline yogiche è infatti un’attestazione della forma plastica e duttile di questo antico corpus di tecniche di origini indiane.
Se però si osservano gli asana, le posture tipiche dell’Hatha Yoga, con l’occhio del danzatore, e soprattutto se si guarda anche al modo con cui si passa da una postura all’altra, la lenta progressione dei movimenti mantenuti e rilasciati porta subito alla mente l’immagine di una danza.
È per questo che già da tempo si assiste da più parti allo sviluppo di una particolare forma di Yoga, che punta a affiancare costruttivamente gli asana alla danza. In modo più essenziale, si può definire come lo Yoga della Danza.
Uno dei più conosciuti metodi di danza yogica è probabilmente lo Shakti Dance, cioè un metodo che fonde il flusso dei movimenti e la conoscenza di un particolare tipo di Yoga, cioè il Kundalini Yoga. Si tratta quindi di una disciplina in grado di accostare l’estro creativo ad una pratica antica di lavoro sul corpo e sulla mente. In questo senso la danza è da intendersi, più che come forma di intrattenimento, come un espediente per esplorare il proprio corpo e le proprie energie interiori: una sorta di ritorno alle origini che prevede una connessione fra tutti i danzatori.
La Shakti Dance prevede varie fasi, tutte caratterizzate dalla spontaneità e dalla libertà di movimento dei partecipanti. Secondo chi la pratica, attraverso queste fasi la danza permette di sviluppare una coscienza interiore sempre più profonda, che investe il livello emotivo, fisico e mentale, e diventa chiaro che lo scopo è uscire dal proprio punto di vista unico e razionale e abbracciare una visione olistica del proprio corpo e del corpo altrui, in un intenso senso di celebrazione.
Una tipica lezione di questa “danza yogica” è accompagnata da musiche meditative, spesso interconnesse con dei mantra che vengono ascoltati o cantati. Il flusso posturale prevede generalmente un inizio col corpo a terra, per poi arrivare ad una posizione eretta e quindi alla danza libera. Le asana che vengono usate nella parte iniziale stirano dolcemente il corpo e lo preparano alle fasi successive, più ritmiche ed energetiche. Gli esercizi proposti lavorano, naturalmente, sulle geometrie naturali del corpo: questa è la caratteristica che più di altre stabilisce la connessione con lo Yoga, che infatti prevede sempre un’azione ed una compensazione per evitare disequilibri.
Nella parte finale, invece, si lascia spazio ad una fase di rilassamento profondo ed una meditazione di gruppo, generalmente accompagnata da un mantra conclusivo.
La pratica dello Yoga della Danza permette ai danzatori di migliorare la propria coordinazione e la percezione del proprio corpo, dei movimenti e delle posizioni. In questo modo sarà possibile ampliare il proprio vocabolario di movimenti, accompagnandolo con una consapevolezza rinnovata dalla meditazione e dal lavoro sulle energie sottili che si muovono con noi.