Zoila Augusta Emperatriz Chávarri del Castillo. Vi dice qualcosa questo nome? Probabilmente no ma se vi dico Yma Sumac (nota anche come Imma Sumack o Ymma Sumack) capite che si tratta dell’eccezionale cantante di origini peruviane molto attiva negli anni Cinquanta, anche se purtroppo non nota alla maggioranza. Il suo forte era la musica esotica (peruviana, sudamericana e inca) che interpretava con un’estensione vocale straordinaria: si dice infatti che coprisse un’estensione di quattro o cinque ottavi e che nella canzone Chuncho abbia cantato la nota più acuta mai prodotta da una voce femminile. Ascoltarla è un’esperienza emozionante!
Come per molte altre regine del canto, intorno alla sua vita c’è un forte alone di mistero, quasi una favola. Sono infatti tantissime le leggende che circolano sul suo conto: si narra che fosse una principessa inca discendente dell’imperatore Athaualpa, che non fosse peruviana ma canadese o newyorkese e che il suo vero nome fosse Amy Camus (Yma Sumac al contrario) e si dice addirittura che in realtà fosse un uomo. Le biografie ufficiali comunque la danno nata nel 1922 a Ichocan e morta a Los Angeles nel novembre del 2008.
La sua prima esibizione alla radio avvenne nel 1942, anno in cui sposò Moises Vivanco: compositore e direttore d’orchestra che sarà suo compagno (anche artistico) a fasi alterne per tutta la vita e dal quale ebbe anche un figlio (morto a soli 4 anni). L’orchestra di Vivanco le fece da accompagnamento nella raccolta di 18 brani della tradizione popolare peruviana che Yma Sumac incise nel 1943. Nel 1946 la Sumac e Vivanco si trasferirono a New York e qui iniziarono ad esibirsi come Inca Tryo: Vivanco alla chitarra, Cholita Rivero come voce contralto e Yma Sumac come voce soprano. Il trio ottenne un contratto con la Capital records nel 1950 e negli anni seguenti produsse una serie di dischi nei quali vennero arrangiate in stile hollywoodiano varie canzoni della tradizione inca e peruviana.
Yma Sumac comparve poi in musical (“Flahooley”) e film di argomento esotico (“Il segreto degli Incas” e “Omar Khayyam”) e nel 1961 iniziò con l’Inca Tryo un tour mondiale di grande successo che in cinque anni la portò a percorrere i palcoscenici di America latina, Asia, Europa ed Unione Sovietica. Nel 1971 compose un disco di musica rock e poi alternò la sua vita tra il Perù e gli Stati Uniti dove continuò ad esibirsi in varie manifestazioni fino al 1997.
Un’interprete straordinaria con una voce stupefacente – ed un affascinante alone di mistero – che meriterebbe sicuramente di essere maggiormente conosciuta ed apprezzata.