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Cosa È Uno Stage Estivo Di Danza?

Lo stage di danza è un’attività scolastica finalizzata alla formazione in ambiente per lo più professionale. Lo stagista viene portato a comprendere il sistema organizzativo di una lezione e a lavorare su determinati concetti per impostare un valido metodo di lavoro. Una delle ragioni per la quale sono stati creati gli stage (hanno origine, almeno in Italia, verso la fine degli anni ’60) è che gli studenti capiscano le differenze sostanziali tra mondo del lavoro e impegno dilettantistico, tra una semplice lezione di danza in ambito accademico e una realtà fuori dall’ordinaria lezione.

Gli allievi, nel corso di uno workshop intensivo di danza sia esso un corso estivo che uno invernale, vengono seguiti su più fronti da uno staff composto chiaramente da professionisti della danza. Gli insegnanti mettono in atto una comunicazione assertiva, quella, cioè, improntata sulla positività con obiettivi di crescita personale. Ogni insegnante è consapevole che nello stagista brilli un arcobaleno di emozioni e lo mette, quindi, in condizione di non vivere un disagio di inferiorità. Voglio dire che è normale vedere allievi timorosi di approcciarsi ad uno stage per il semplice fatto di porsi davanti a grandi intenditori, ma, visto i limiti che produce uno stato esageratamente introverso, gli insegnanti vengono in aiuto alle naturali debolezze e mancanze.

Questo fa sì che si instauri una relazione tra docente e discente decisamente diversa dalla concezione tipica dell’accademia (non si pensi che ciò che è tipico sia negativo). Lo stage di danza estivo permette allora a chi vi partecipa di respirare un’aria nuova che riempie i polmoni di una diversa realtà.

Generalmente uno stage di danza si articola in cinque fasi.

  1. La prima consiste nell’osservazione o captazione: si mettono a nudo le difficoltà e si scoprono le innovazioni. Da una parte lo stagista impara movimenti che non conosceva e che magari mai avrebbe imparato senza la presenza del workshop, osserva chi ha più esperienza, tanto l’insegnante quanto gli altri allievi, e si mette in discussione. Dall’altra parte chi guida lo stage di danza, ne contempla l’andamento, curando i particolari di una coreografia e rendendola magari più semplice o più complessa in base alla sua valutazione del bagaglio tecnico degli allievi.

2) La seconda fase è quella della teoria.
Come ogni disciplina, non sapere, non venire a conoscenza della storia e delle origini limita il lato pragmatico. Tuttavia, per teoria di intende anche informazione. La teoria va sempre a braccetto con la pratica e l’una non esclude l’altra, è un legame indivisibile e tale resta. In uno stage estivo di danza viene investito molto tempo su questo lato che, ahimè, è carente spesso nei corsi ordinari di danza, con cadenza annuale.

stage estivi di ballo (breakdance)
Performance nell’ambito di un workshop estivo di danza. Al centro breaker in down

3) Veniamo al terzo punto: il coinvolgimento.
Lo stagista che arriva dalle prime due fasi, se non ha una buona tecnica per il semplice fatto che balla da poco, non è raro che si senta abbattuto. Nella fase del coinvolgimento l’insegnante agisce sulla sfera emotiva, mostrando i percorsi da seguire e le mete da raggiungere attraverso la costanza. La danza è come una rosa e pensare di afferrarla senza pungersi almeno una volta è utopia.
D’altro canto vedere dei risultati validi dopo periodi di duro allenamento, sacrifici e rinunce significa riscoprire l’archè (nella filosofia greca, l’archè è il principio di tutto, l’origine di ogni cosa). È normale che l’allievo, sperimentando movenze mai eseguite prima, abbia difficoltà ad adattarsi e l’insegnante ne abbia ad educarlo. Ma dedicare del tempo per seguire qualche stage estivo di danza aiuta senz’altro a riempire questi vuoti.
Allora, che il maestro motivi l’allievo e che l’allievo si lasci coinvolgere dal maestro!

4) La penultima fase è il puro practice.
Gli studenti mettono in pratica, cioè, quanto spiegato sotto la supervisione dello staff organizzativo. Ciò che viene eseguito va dai concetti teorici a quelli pragmatici. Ad esempio, si costruiscono delle sequenze o intere coreografie in base ai set di passi insegnati in precedenza. In questo momento del workshop gli stagisti possono rivolgere domande all’insegnante sciogliendo dubbi e perplessità personali e approfondendo eventuali transizioni corporee. Al tempo stesso possono interagire con gli altri ballerini, peculiarità che trova modo di esprimersi alla massima potenza negli stage di danza contemporanea e moderna attraverso la CONTACT IMPROVISATION o danza contatto che verrà descritta più avanti.
Insomma, lo stage migliora i metodi di allenamento e permette nuove conoscenze, anche sociali e quindi opportunità di stringere nuove relazioni.

5) La quinta ed ultima fase non è altro che la valutazione.
Cosa resta della lezione intensiva? Cosa si è appreso veramente?
Durante la valutazione gli insegnanti domandano agli allievi se sussistano ancora incomprensioni, mentre gli allievi riflettono sui benefici derivanti dall’incontro e, perché no, per mezzo di un esame obiettivo e di un sincero giudizio critico valutano, appunto, pregi e difetti dello staff, nonché del workshop effettuato.

CONTACT IMPROVISATION
Abbiamo parlato di practice e di interazione fra più danzatori.
La contact improvisation ha origine da due ballerini statunitensi, Paxton e Smith, che idearono questo modo innovativo di improvvisazione. Tale modalità parte da uno o più punti di contatto fisici, dai quali si sviluppano poi sequenze di movimenti concatenati. Il contatto è tanto fisico quanto emotivo e mentale. Ci si deve muovere nello spazio non più da soli, bensì in coppia o in gruppo.
La coreografia improvvisata è simile ad un puzzle dove ogni danzatore ne rappresenta un pezzetto fondamentale. L’improvvisazione della danza contatto, o contact improvisation, si definisce Jam nel momento in cui si esegue in uno stage o in un workshop. Durante le jam gli stagisti incrementano le loro capacità relazionali perché senza emozioni non esiste contatto. In sostanza, ogni danzatore deve essere disponibile e malleabile ai movimenti dell’altro, assecondandoli. Come l’argilla nelle mani di un vasaio, così il ballerino si lascia completamente andare all’improvvisazione nella più ampia fluidità.

Abbandonare la tecnica in queste circostanze non è poi così semplice, dal momento che bisogna escludere ogni forma di impostazione accademica assimilata negli anni. In una jam si tengono conto dei punti cardine descritti sopra, che caratterizzano, in quanto stage di danza, la stessa.
Nonostante si parli di una delle più importanti forme di espressione danzata nell’improvvisazione, sono stati classificati movimenti che entrerebbero a far parte di una sorta di manuale di istruzioni per l’introduzione alla pratica della contact improvisation.
Improvvisazione, sì, ma fino a che punto?

Si vuole concludere dicendo che abusare della tecnica allontana dalla realtà della danza contatto improvvisata. Respirare la libertà di ogni singolo passo avendo il coraggio di distaccarsi da ogni preconcetto di movimento schedato e stabilito; ecco il segreto per una valida contact improvisation nel corso di una jam.

Cosa È Uno Stage Estivo Di Danza? Aggiornato: 2016-04-14T18:17:59+02:00 da luca

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