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Le innovazioni di Euripide all’impianto tradizionale della tragedia greca

Euripide è l’ultimo grande tragediografo greco e, probabilmente, il più innovatore. Non a caso, viene anche considerato il punto di contatto con la successiva generazione dei commediografi.

Il suo percorso poetico è tutt’altro che rettilineo, ma conserva una chiara predilezione per la centralità dell’essere umano. Cosa che, se da un lato lo mette in relazione con il lavoro dei tragediografi precedenti, dall’altro gli permette di smarcarsene.

L’uomo di Euripide, infatti, non è più considerato in relazione alle questioni etiche o religiose che lo soverchiano, tipiche della visione di Eschilo; né quantomeno è inserito nella dialettica schiacciante di Sofocle, che lo contrappone al proprio inesorabile destino.
Per la prima volta, l’essere umano viene visto come un libro aperto a sé stesso ed i conflitti esteriori che vengono affrontati nelle sue tragedie non sono che un riflesso di quelli interiori.

Euripide

Le più evidenti innovazioni di Euripide, però, si riscontrano innanzitutto grazie all’introduzione di nuovi aspetti tecnici. Le varie soluzioni tecniche introdotte contribuirono in modo marcato a creare uno scarto dalle precedenti tragedie: nasce qui, ad esempio, il prototipo del prologo introduttivo necessario a spiegare al pubblico i precedenti dei miti narrati. I discorsi contrapposti dei personaggi – gli agoni – servono invece a sviluppare la dialettica fra i personaggi: le parti dialogate quindi hanno la precedenza su quelle corali, che pian piano interviene nel dramma sotto forma di intermezzo, sconnesso dall’azione drammatica concreta.

L’altro ambito dove Euripide fu valente innovatore è la profonda attenzione alla sfera emotiva e sentimentale dei personaggi. Questo è, forse il punto di forza dell’innovazione euripidea della tradizione tragica. Il grande realismo con cui vengono dipinte le condizioni psicologiche dei personaggi permette di costruire situazioni concrete, mettendo in scena non miti astratti, ma situazioni concrete, L’uomo di Euripide, come dicevamo prima, è una persona completa, che deve sottostare a compromessi e condizioni che riguardano le sue dimensioni interiori. È un eroe molto più reale che mitico.

Non è un caso che, di fronte a questo approccio che fa del compromesso un vero e proprio vessillo, al tipico eroe classico si contrappone ed emerge sempre di più il ruolo femminile: le figure di Fedra, Medea e Andromaca trovano il proprio successo proprio grazie a questa nuova visione tragica.

canto

Dall’archivio fotografico della nostra scuola di recitazione

Le innovazioni di Euripide all’impianto tradizionale della tragedia greca Aggiornato: 2015-08-05T19:04:45+02:00 da luca

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