La creazione artistica ha sempre trovato nel mondo della danza una delle fonti di ispirazione più frequenti e interessanti.
Tra i pittori impressionisti che più si sono confrontati con questo tema iconografico troviamo, oltre al celebre Degas, anche Renoir, un artista particolarmente importante, che ha saputo cogliere una serie di immagini significative e interessanti non solo sotto il profilo estetico ma anche sociale.
Renoir dipinse il mondo contemporaneo, le scene di vita collettiva, urbana, i momenti di condivisione e svago propri di quell’epoca di transizione verso la modernità che è l’Ottocento.
In particolare, esistono due lavori che furono concepiti dal pittore per essere letti in maniera quasi complementare. Sono entrambi delle stesse dimensioni e formato, a olio su tela, con i personaggi colti a figura intera e grandezza naturale.
Rappresentano due scene di vita legati al ballo, di cui si sottolineano due differenti “prospettive”. Una scena è legata alla vita urbana, l’altra a un momento di condivisione più rurale, semplice, appartenente al mondo di campagna, in quella natura così cara agli esponenti del movimento impressionista.
Danse à la ville e Danse à la campagne sono i titoli delle opere al centro di questa riflessione sul tema del ballo nel percorso artistico di Renoir.
Le due atmosfere sono opposte e antitetiche e anche i colori scelti per la composizione riflettono diverse sensibilità.
I colori austeri e più freddi delle vesti di Suzanne Valadon, ritratta nel primo lavoro, si oppongono a quelli di Aline Charigot, rappresentata invece nella scena di danza in campagna, in un ambiente naturale e all’aperto.
I lavori risalgono agli anni ottanta del XIX secolo e sono attualmente conservati nel Musée d’Orsay a Parigi.
Non si tratta delle sole opere legate al ballo elaborate dal genio di Renoir. Molti impressionisti si sono dedicati a questa dimensione così vitale, simbolo dei progressi sociali di quel periodo, del movimento della vita moderna, della gioia di vivere.
Moulin de la Galette, per esempio, realizzato da Renoir qualche tempo prima, nel 1876, riproduce un momento di vita all’aperto alla periferia di Parigi, il giardino di rue Cortot.
Ritroviamo un ballo più popolare rispetto alla danza di coppia riprodotta nella Danse à la ville, eppure, anche questo lavoro è uno dei più famosi del pittore francese.
Le vesti dei personaggi rappresentati, colti en plein air, ritratti all’aperto e secondo gli stilemi dell’arte impressionista, i movimenti, i gesti, gli slanci di vitalità, i giochi di luce naturale che si riflette sulla vegetazione e sugli oggetti sono tutti elementi che concorrono nella definizione di un’opera unica.
Si tratta di un vero e proprio ritratto dello spirito di quel periodo, della vita che scorreva nel cuore della città parigina e nella periferia, nelle campagne dei dintorni, dove le giornate scorrevano più spensierate e trovavano nella danza un canale espressivo che accomunava tutti, dai ceti più abbienti a quelli più umili.
La danza doveva essere agli occhi dell’artista un fattore aggregante e comune a tutti i livelli sociali e si prestava bene a essere ritratta in ogni sua sfumatura da un movimento che si è dedicato a ciò che l’occhio vede della realtà, con attenzione al movimento, agli effetti della luce, ai colori così come lo spettatore recepisce.
Non si tratta di composizioni costruite in maniera razionale, ma di indagini sui meccanismi della visione, con particolare predilezione per scena all’aperto, dove la luce solare rendeva le immagini diverse a seconda del momento in cui essere erano ritratte.
La danza colpiva la sensibilità di artisti che cercavano di catturare, in maniera semplice e senza gli eccessivi filtri della speculazione razionale, il mondo della vita che scorreva dinamico e indisturbato nella Parigi di fine Ottocento.