Uno dei simboli per eccellenza della danza classica sono le scarpette da punta, calzature speciali concepite per consentire ai ballerini di danzare in punta o en pointe. Si tratta di scarpe famosissime, la cui origine risale al mondo del teatro napoletano dell’Ottocento. Sarebbe questa una delle versioni più accreditate sulla storia di queste calzature destinate a diventare uno strumento fondamentale per le ballerine di tutto il mondo.
Com’è noto, in origine, si danzava nelle corti rinascimentali, e le scarpette erano con il tacco. Le prime danze nacquero a corte, prima in Italia, poi in Francia, e proprio qui, grazie a Pierre Beauchamp, iniziò nel Seicento una fase di sistematizzazione teorica delle posizioni della danza classica. Le cinque posizioni così famose per la danza, le cui definizioni sono in francese, risalgono proprio a questo periodo storico. Sappiamo che la danza, da intrattenimento di corte, diventò una tipologia di spettacolo praticata nei teatri e da figure professioniste. Non a caso, Luigi XVI grande appassionato di danza si mise egli stesso alla prova recitando la parte del “dio Sole” in una rappresentazione del 1653.
In quel periodo i danzatori erano uomini, e danzavano con parrucche e scarpe col tacco mentre le donne ballavano con lunghe gonne, molto ampie, e stretti corpetti che dovevano apparire piuttosto scomodi per eseguire certi movimenti.
Marie Camargo, una ballerina francese di fine Settecento nota anche come La Camargo, fu la prima a eseguire un cosiddetto entrechat quatre, ovvero un salto con intreccio veloce di gambe prima di atterrare a terra. Il suo debutto si tenne all’Opéra di Parigi nel maggio del 1762 e la sua fu una carriera dal forte valore simbolico per la storia della danza. Fu Marie Camargo a scegliere costumi differenti, abbandonando le scarpe con il tacco, accorciando la lunga gonna sopra la caviglia per riuscire a compiere più liberamente i movimenti della danza. In questo momento si comincia a delineare infatti la danse haute, con i suoi slanci più verticali rispetto a quella tradizionale, la danse à terre.
Un’altra importante figura di questo periodo storico è Marie Salle, che abbandonò i pesanti costumi optando per un abbigliamento più leggero. Fu poi Hanne Heinel a eseguire per la prima volta una doppia piroutte.
Così, poi, nel Settecento, secolo magico per la danza, fu fondata l’Accademia Imperiale Russa, a cui si collegò la nascita e lo sviluppo del Balletto Russo, mentre proprio sul volgere del secolo subì un grandissimo impulso la danza sulle punte.
Marie Taglioni è una figura emblematica di questo passaggio, e in pieno Ottocento, nel 1832 ballò tutta “La Sylphide” interamente sulle punte. Marie Taglioni interpretò una rappresentazione che cambiò lo stile, la natura, la tecnica della danza così come era stata intesa sino ad allora. Marie fu una grande innovatrice; e naturalmente la storia di queste scarpette indispensabili per eseguire determinati movimenti è legata alle trasformazioni della danza classica nel tempo.
Proprio nel Novecento questa tecnica definita en pointe, che richiedeva che il piede si sollevasse da terra e scaricasse il peso sulla punta, e che era andata via via perfezionandosi, portò alla necessità di una calzatura più adatta. Proprio Marie Taglioni, per sembrare più alta, leggiadra, ed eseguire i movimenti richiesti dalla rappresentazione, immerse le scarpe da mezza punta nel gesso liquido. Sarebbe questa la curiosa origine delle scarpette da punta più moderne raccontata da diverse fonti.
Oggi sono moltissimi i movimenti che richiedono delle calzature con punte rinforzate, e nel corso del tempo questi modelli si sono andati modificando, differenziandosi a seconda dello stile di danza ma anche del luogo in cui venivano utilizzate. Quelle europee sono differenti dalla punte russe in quanto possiedono un bordino e una punta diverse per dimensione. La punta ha una base più larga rispetto alle russe che non hanno lacci per regolare la circonferenza e hanno la base della punta più stretta.
La storia delle punte va quindi di pari passo con quella meravigliosa forma di arte che è la danza classica. Senza queste scarpette sarebbe impossibile eseguire movimenti diventati simbolo di una danza, che ancora oggi significa leggerezza, armonia, eleganza senza tempo. Chi da bambina non ha mai sognato di diventare una ballerina e indossare queste scarpette eleganti un giorno?