Questo articolo scritto da docenti che hanno lavorato online, svela fatti sorprendenti sulle lezioni di danza online
Il mondo virtuale lo conoscevamo già da un po’: cercare una notizia o un informazione nel web, trascorrere interminabili ore sui social network a postare e ripostare foto e video che documentano la nostra giornata, aprire e chiudere chat con gli amici anche solo per controllare il colore delle spunte, sono da tempo azioni costanti nella nostra routine quotidiana, abitudini cui con difficoltà faremmo volontariamente a meno.
Tuttavia, non era forse mai capitato alla maggior parte di noi che il mondo virtuale divenisse una risorsa davvero necessaria, addirittura un’opportunità: dal momento in cui una pandemia ci ha costretti fra le mura di casa ci siamo di certo sentiti fortunati ad avere pc e smartphone con una connessione ad internet che ci hanno permesso di vedere e sentire amici e parenti e, in molti casi, di continuare a lavorare pur restando in casa. Per non parlare, poi, dell’incombente pericolo “noia”, da molti lamentato: film, video d’intrattenimento, video-lezioni di qualsiasi genere, hanno impazzato online, nello sforzo di tenerci compagnia e di non allontanarci troppo da quella che consideriamo la normalità.
In una situazione del genere, un po’ tutti ci siamo domandati se le attività svolte online – dalla scuola, al lavoro, dalla danza ai corsi di yoga o di chitarra – hanno davvero lo stesso valore di quelle svolte in presenza: cosa va perso? Cosa va cambiato? Potremmo farlo sempre? E il contatto umano, c’è ancora? Le domande sono tante.
Noi, in particolare, in un periodo così difficile per il mondo dell’arte – sia sotto il profilo economico che sotto quello emotivo – ci siamo domandati se danzare (ed insegnare a danzare) online sia possibile, o meglio, abbiamo riflettuto su quale sia il valore di un atto artistico, di comunicazione e d’insegnamento, che passa attraverso la rete ed esclude gran parte della sensorialità che deriva dal contatto fisico e dalla presenza in uno stesso luogo.
Nella realizzazione di una lezione online di danza, di qualsiasi stile si tratti, ci sono ovviamente delle difficoltà oggettive, tanto per gli insegnanti quanto per gli allievi: gli spazi esigui, il pavimento che non è quello adatto, la connessione che viene e va, l’audio che non è sempre dei migliori, magari qualche familiare che di tanto in tanto passa per la stanza cercando invano di non rientrare nell’inquadratura. Lo sforzo per superare tutti questi inconvenienti pur di potersi dedicare alla propria passione – professione o hobby che sia – è già di per sé, però, parte di un percorso che ci sembra nuovo, ma che in realtà fa parte da sempre del DNA artistico: danzare ( così come recitare o cantare ) richiede sacrifici, sforzi sia fisici e pratici, sia emotivi; danzare, lo sappiamo, ci aiuta ad affrontare paure ed emozioni che ci sembrano altrimenti troppo grandi, superare inibizioni, disintegrare limiti fisici.
Ecco, la realizzazione di una lezione online di danza ricalca bene tutto questo, occorre dirlo: il virtuale ci insegna, oggi, che anche in situazioni inconsuete, imprevedibili, d’emergenza, ci è possibile ritagliarci gli spazi necessari non solo per il lavoro ed i “doveri” quotidiani, ma anche per le passioni, per ciò che ci rilassa e ci libera, senza cui, diciamoci la verità, la nostra vita rigida e impostata avrebbe meno senso: occorre solo la capacità di uscire un po’ da qualche schema mentale che ci fa pensare di dover fare sempre tutto come lo abbiamo sempre fatto. Insomma, se ho la possibilità di prendere lezioni di danza, di allenarmi, anche senza muovermi da casa, che importa se ogni tanto devo avvicinarmi al computer per sistemare la connessione o se devo spostare un po’ il tavolo della cucina per avere più spazio?
Diciamo, poi, che le esperienze nuove portano quasi sempre nuovi stimoli e permettono di arricchirsi: la danza ha a che fare con il movimento, certo, e ciò significa anche con lo spazio, sia quello esterno che quello interiore. Danzare in casa, in un luogo ben diverso da quello della sala, più scomodo, più piccolo, poco attrezzato, può essere un’ottima opportunità per curare la gestione dello spazio nell’atto artistico, per imparare a dosare il movimento, per sentire meglio il proprio corpo che si muove. Avere poco spazio a disposizione o magari potersi muovere solo quanto basta a non uscire dall’inquadratura, inoltre, costringe a cercare di attingere altrove per rendere il proprio gesto davvero comunicativo: questo altrove non è nient’altro che il proprio mondo interiore, di cui spesso, nelle prove in sala, ci si dimentica, ma che è invece fondamentale per diventare dei veri ballerini – amatoriali o professionisti poco importa. Insomma, forse non ci avevate pensato, ma danzare in questa nuova modalità casalinga potrebbe essere davvero una possibilità di crescita tecnica.
Occorre, poi, fare una precisazione: certo danzare in casa, come recitare, cantare, dipingere o allenarsi, sono cose che possiamo sempre fare , quando abbiamo bisogno di canalizzare le nostre emozioni, sentirci liberi, staccarci un po’ dalla routine e dalle preoccupazioni che ci assillano. Non dobbiamo dimenticare, però, che, soprattutto se non siamo dei professionisti (o non lo siamo ancora) , abbiamo bisogno di essere stimolati e disciplinati per farlo. L’arte, in tutte le sue forme, non è libertà indisciplinata di far ciò che ci pare: insomma, non stiamo danzando solo perché ci stiamo muovendo a ritmo di musica, né recitando perché stiamo leggendo ad alta voce con espressione. L’arte ha delle regole, delle tecniche, dei percorsi, che dobbiamo seguire se vogliamo davvero beneficiare di tutte le meravigliose conseguenze che ne scaturiscono: per tale motivo ci siamo iscritti a questo o a quel corso, abbiamo frequentato una palestra o una scuola, nella vita “normale”. Abbiamo bisogno di una guida, ieri, come oggi: la possibilità di svolgere lezioni online ci ricorda questo ed in fondo è bello sapere di poter sempre e comunque avere qualcuno che ci aiuti a fare ciò che ci piace fare.
Insomma, danzare (ed insegnare a danzare) online si può e probabilmente si deve, vista la direzione che sta prendendo il mondo e data l’imprevedibilità degli eventi: non perché dovremo farlo per sempre, certo. Sarà bello tornare ad incontrarci, abbracciarci, guardarci negli occhi, probabilmente lo apprezzeremo molto di più di prima e ne capiremo meglio il valore. Tuttavia, sarà importante sapere che, qualora una qualsiasi emergenza dovesse verificarsi, grande o piccola che sia, avremo sempre la possibilità di non perdere il nostro mondo, di non dover sacrificare le nostre passioni, di poter occupare il nostro tempo (e sfruttare la nostra connessione) in maniera costruttiva, anche a distanza. Voi, che ne dite?