I balli da sala hanno visto negli ultimi anni un vero ritorno al successo, grazie soprattutto ai numerosi spettacoli televisivi dedicati proprio alla danza. Oltre ai generi più popolari, come il tango, i latinoamericani e il liscio, è doveroso parlare anche di un altro importante ballo, molto in voga soprattutto nei primi decenni del secolo scorso, lo swing, la cui forma più apprezzata rimane sicuramente il Lindy Hop. L’esponente più celebre di questo ballo rimane Frankie Manning, agile e talentuoso ballerino passato alla storia per la sua grande passione per lo swing.
Manning nasce nel 1914 a Jacksonville, in Florida. Ancora adolescente, comincia ad appassionarsi alla danza, frequentando le frequenti sale da ballo del posto, fino ad approdare alla celebre Alhambra Ballroom di Harlem, a New York ed infine al Savoy Ballroom.
In pochi anni, l’incredibile talento del giovane Frank riesce a farsi notare dai più grandi cultori del ballo, tanto che il Savoy diventa nel giro di poco tempo la culla del suo successo. In particolare, il genere che più apprezza è il Lindy Hop, una forma di swing di coppia che si ispira soprattutto al charleston, ma anche al tip tap.
Non esiste documento ufficiale o fonte dell’epoca che non associ il nome del Lindy Hop a quello del Savoy, ma soprattutto a quello di Frankie Manning. Non è un caso, infatti, che il genere messo a punto dal ballerino afroamericano abbia preso proprio il nome di “Savoy Style”.
Sebbene non sia stato l’inventore del Lindy Hop, Manning ha avuto sicuramente il grande merito di abbellirlo ed arricchirlo con i celebri “air steps” o “aerials”. Osservando una delle sue esibizioni, si capisce immediatamente il significato di questi due nomi. I ballerini, infatti, sembrano volteggiare senza sosta nell’aria, con una serie di salti ed acrobazie davvero mozzafiato.
Possiamo apprezzare una emozionante prova di questa esibizione in una pellicola del 1941, dal nome “Helzapoppin’”, coreografata e rappresentata proprio da Frank Manning, così come in altri film dello stesso periodo o decisamente più recenti, come “Malcom X”, del 1992.
National Geographic ha persino dedicato un intero documentario al genere del Lindy Hop, con particolare attenzione all’abilità di Manning.
Lo swing ha continuato ad avere un grande successo per tutta la prima metà del Novecento, per poi subire una sorta di evoluzione con l’avvento del rock and roll, che in ogni caso potrebbe essere definito come un’esaltazione delle acrobazie tipiche del Lindy Hop, fino a rasentare l’agilità degli atleti professionisti, piuttosto che di semplici ballerini.
È proprio per il grande successo del rock and roll, che anche la carriera da ballerino di Frank Manning viene temporaneamente accantonata, per lavorare in un ufficio postale per più di trenta anni.
Il talento di Manning viene riscoperto solo negli anni ’80, quando Erin Stevens della Pasadena Ballroom Dance lo convoca per insegnare il Lindy Hop e per curare le coreografie dello spettacolo di Broadway “Black&Blue”.
Manning muore il 27 aprile del 2009 a New York, all’età di 95 anni, ma il suo talento è ormai una pietra miliare della storia del ballo, tanto che ad oggi sono ancora molti gli appassionati del suo celebre ed intramontabile Savoy Style.