L’importanza della tecnica vocale nella pratica del canto
Cantare è una delle attività più spontanee e naturali che l’essere umano possa sperimentare. Perché sentiamo spesso il bisogno di riprodurre una canzone ascoltata, una melodia improvvisa, di canticchiare qualcosa che abbiamo ascoltato in precedenza? Semplice, perché la voce è uno strumento importante, in grado di aiutarci a comunicare quanto sentiamo nella nostra interiorità, che sia una sensazione di pericolo o un’emozione da condividere con l’esterno, in altre parole, il linguaggio parlato si serve innanzitutto della voce, e lo fa attraverso l’emissione di suoni, che vengono organizzati e ordinati in maniera sintattica e morfologica.
Anche la musica cantata richiede un’organizzazione di suoni per significare. Le parole si incontrano esprimendo un senso globale attraverso il tessuto armonico e le corde vocali rivestono un ruolo importante in questa forma espressiva.
Non tutti però sanno che il canto è una questione di voce ma anche di “corpo”. Attraverso la vibrazione delle corde vocali situate nella laringe, il suono si propaga nell’aria. Questo accade come per qualunque altro strumento musicale che necessita di una cassa di risonanza per essere amplificato. Ricordiamo infatti che il suono scaturisce da una vibrazione e come accade per una chitarra, in cui la qualità dei suoni connessi a ciascuna corda dipende dalle caratteristiche della corda, dalla lunghezza, ad esempio, così è per la voce. Questo rende la voce di ognuno diversa da quella di un’altra e parliamo di estensione ma anche di colore, di timbro, di registro.
Il canto è un fenomeno che ha bisogno dell’interazione dell’intero organismo per manifestarsi. La faringe che noi chiamiamo gola, i polmoni che sono la nostra riserva di aria, il diaframma, il muscolo a forma di cupola che divide lo spazio del torace e i muscoli dell’addome, il collo, la testa in cui risuona la voce sono solo i principali elementi che concorrono all’emissione della voce.
La postura è quindi essenziale. Se pensiamo che tutto parte dalla presenza di una colonna di aria che necessita di uno spazio per sorreggere e mantenere il suono in maniera stabile ci rendiamo conto di quanto il nostro modo di stare in piedi possa influenzare la qualità del suono che andremo a creare.
Senza dimenticare che cantare libera, ci fa sentire in grado di esprimere il nostro universo interiore, in maniera naturale, occorre però ricordare che cantare bene e in maniera professionale, cercando di preservare la voce dall’utilizzo frequente e continuo, richiede delle accortezze.
Esattamente come accade per un ginnasta o uno sportivo, la voce va riscaldata, i muscoli vanno allenati. Dunque, occorre imparare a respirare bene, a conoscere il diaframma che ci consentirà di sorreggere i suoni, rispettare i segnali del nostro corpo. Non sforziamo per esempio la voce se sentiamo che ci sono dei limiti nell’emissione perché potrebbe essere che ci siano problemi di diverso tipo alla base di questa scarsa brillantezza o delle difficoltà incontrate.
Esistono differenti tecniche di riscaldamento che generalmente comprendono esercizi di emissione di fonemi, di vocalizzi, scale, ed esercizi da eseguire a labbra socchiuse. La respirazione diaframmatica potrebbe essere un buon punto di partenza per intraprendere uno studio della tecnica vocale che si rivela essenziale per cantare in maniera continuativa cercando di dosare le nostre energie, di fornire una base che sostenga i nostri suoni.
Cantare non è solo una questione di laringe, di gola, di labbra ma di postura, respirazione, di muscolatura addominale e occorre imparare a gestire l’interazione tra i diversi fattori che concorrono alla definizione di un suono che sarà nostro, e soltanto nostro, in quanto la voce è uno degli elementi che ci definiscono e caratterizzano come esseri unici, la nostra carta di identità sonora!