Parliamo Di Un Particolare Tipo Di Hip Hop Battle
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Premessa
Se stai per leggere di questa particolare tipo di battle, dò per scontato che tu sia uno street dancer dedito alle battle. O come minimo frequenti una scuola di hip hop e sei incuriosito da cosa sia il “Bonnie e Clide Mixed Style” e dal mondo dei contest. Continuando la lettura te ne fari un’idea.
Numerose sono le competizioni di Hip Hop e molte le tipologie. In altri articoli abbiamo avuto il piacere di parlare di contest e gare che prevedono lo scontro diretto, ad esempio
- l’Hip Hop International per i più gruppi di Hip Hop,
- o il face to face (1 vs 1) tra i ballerini.
Nella storia della street dance, nell’Hip Hop e nella breakdance, si è venuta a creare anche una diversa tipologia di battle. Questa consiste nella partecipazione di una coppia, ed affonda le proprie radici nell’America degli anni ’30; epoca nella quale coppie di gangster come Bonnie e Clyde si facevano conoscere al mondo per la loro tenacia e astuzia.
Gli street dancers hanno ripreso più tardi il nome dei due ladri elogiandone in qualche modo le gesta; da li nasce una vera e propria struttura di sfida che prima non esisteva.
Era negli anni ’80 del secolo scorso che iniziavano le prime battle di hip hop per strada; si era soliti riunirsi in crew formate da ragazzi e ragazze; ma l’avvento delle sfide in 2 vs 2 fu solo postumo.
Il “Bonnie e Clyde battle” è una delle più recenti modalità di battle all’interno della cultura Hip Hop.
La leggenda Americana
“As the flowers are all made sweeter by the sunshine and the dew, so this old world is made brighter by the lives of folks like you.”
“Come i fiori sono resi più profumati dalla luce del sole e la rugiada, così questo vecchio mondo è più splendente grazie all’esistenza di persone come te.” (Brano inciso sulla lapide di Bonnie Elizabeth Parker, Rowena 1 Ottobre 1910 – Black Lake, 23 Maggio 1934).
Chi erano realmente Bonnie Elizabeth Parker e Clyde Chestnut Barrow?
Diversi documenti e testimonianze orali ne parlano oggi come due fuorilegge leggendari che vissero di furti e rapine; il periodo era quella poco florido dell’America rurale. Le loro gesta vengono raccontate attualmente in stile “Robin Hood”, sebbene si addebiti a loro la morte di più di qualche ufficiale; la simpatica volpe dei cartoni animati non agiva sicuramente in questo modo.
Fu il loro costante alone di mistero a conquistare il favore del pubblico. Le difficoltà della vita quotidiana caricavano infatti la gente di rancori e rabbia verso le classi più agiate. In questo quadro era chiaro che la presenza di due gangster che facessero pagare alla nobiltà le loro turpi manovre politiche era ben accolta.
Fu evidentemente il motivo principale che contribuì a generare un mito di una coppia inseparabile; di una coppia che pareva condividere davvero tutto: dall’amore agli insuccessi. A renderla cosi famosa pure nella cinematografia, è stato il regista Arthur Penn che nel 1967 con la sua “Gangster Story” ne racconta la vita.
Nel film la coppia di fuorilegge muore in una macchina sotto l’assedio di oltre 1000 proiettili di armi da fuoco. Questo perché fu ritenuta estremamente pericolosa e quindi da eliminare. Insomma l’approvazione del pubblico mondiale appare in generale abbastanza evidente.
Da Una Leggenda Alla Cultura Hip Hop
Ma in che modo si è passati da una storia alla danza di strada? Per certi versi l’epoca degli anni ’60 in America non differisce così tanto da quella degli anni ’30.
In entrambi i momenti il Paese sperimentò notevoli cambiamenti e in particolar modo nella sesta decade del Novecento. In questo periodo cominciarono ad affermarsi i primi moti studenteschi; movimenti per i diritti civili internazionali con tutto ciò che ne conseguì (nel 1964 si manifestarono i primi scontri nell’università di Berkeley).
In pratica la gioventù rivendicava la propria dignità in uno stato che pareva averla del tutto annichilita. Correnti artistiche come l’hip hop nacquero per dare voce in capitolo a chi era stato costretto a tacere troppo a lungo. I primi testi dei rapper sono saturi di denunce politiche e sociali non a caso.
Ebbene anche nella danza si fece esperienza di questi sentimenti. Si finì per credere che effettivamente si stavano vivendo tutte le cattive conseguenze di uno stato che non era in grado di governare. Bisognava dunque reagire per non rimanere annientati.
In diverse interviste alle storiche crew statunitensi come la Rock Steady Crew, i membri a più riprese parlarono della danza come di un mezzo
- per evadere dalle brutte situazioni,
- per non cadere nella droga come molti altri ragazzi coetanei
- e smettere così di pensare.
L’accostamento alla coppia dei fuorilegge Bonnie e Clyde fu intrinseco al fatto che purtroppo numerosi giovani di quell’epoca vivevano di furti, spaccio e rapine; e contemporaneamente molti giovani si dedicavano allo sviluppo della cultura hip hop (gangster in questo senso).
È questa la principale ragione che portò l’immaginario collettivo a credere negli anni ’90 e nei primi del 2000, che tutti i ragazzi che avevano a che fare con l’hip hop erano in realtà dei piccoli criminali ambigui.
Quando ragazzi e ragazze si conoscevano nei contesti della street art era facile classificarli come Bonnie e Clyde. Ormai la cattiva fama degli anni passati anticipava le reali personalità.
Il Contest: Bonnie E Clyde Mixed Style
Abbiamo compreso fin qui la radice della similitudine tra la coppia di gangster e quella dei ballerini di street dance. Analizziamo ora nel dettaglio la modalità di sfida Bonnie e Clyde.
- Ci si scontra a colpi di transizioni di hip hop uno alla volta. Ogni coppia – regola fondamentale – deve essere formata da un ragazzo e da una ragazza. Questo affinché l’uno risponda alle sequenze dell’altro e non vi siano squilibri o vantaggi fisici dettati dal sesso.
- Il “mixed style” indica la possibilità da parte di ciascun ballerino partecipante di esibirsi con lo stile di hip hop che preferisce; una scelta che il più delle volte è anche vincolata alla base musicale che mette il dj.
- Come una qualsiasi altra sfida di Hip Hop in coppia, i partner possono anche decidere di fare un ingresso con una routine; ovvero una piccola coreografia studiata precedentemente che andrebbe a catturare maggiormente l’attenzione del pubblico e quella della giuria.
Niente colpi di pistola o di armi da fuoco, niente furti né rapine, ma solo un profondo amore di condivisione per ciò che si sta facendo. Nel ricordo di epoche lontane che, senza alcun ricordo, le si potrebbe far tornare prossime; si ricorda soprattutto per non sbagliare più.