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Gli anni ’20, Broadway ed il musical

Da sempre associamo il nome di Broadway con un concetto chiaro: il palcoscenico.
La storia di questo luogo magico, che corrisponde alla 42a strada di Manhattan, è quella di un nome destinato a rivoluzionare gli spettacoli dal vivo di tutto il mondo.

L’origine del teatro di Broadway è da ricercarsi indietro nei secoli, già all’inizio del 1700, quando il primo palcoscenico di New York venne creato in Massau Street. È però solo nel 1798 che viene costruito il primo grande teatro della città che diede vita ad un vero e proprio interesse riguardo alle produzioni teatrali.

Si tratta dell’inizio di una leggenda che si completerà nei primi anni del Novecento. La cosiddetta Great White Way, infatti, che si riferisce alla zona del Broadway Theater District, inizia in questo periodo a riempirsi di teatri dalle appariscenti insegne luminose a luci bianche con cui venivano pubblicizzati gli spettacoli. Oggi, invece, si tratta di un simbolo immancabile del grande boom americano del primo Novecento, e le insegne costellate di lampadine hanno lasciato in tutti gli amanti del teatro e del musical un’immagine indelebile.

È però negli anni ’20 che Broadway raggiunge il picco del successo: nella sola stagione 1927-1928, ad esempio, erano in attività più di 70 teatri, che offrivano centinaia di spettacoli. Si trattava di un’opportunità unica per i produttori che, naturalmente, avevano carta bianca per creare continuamente nuovi lavori. Alcuni in particolare furono dei successi di enorme portata: The Jazz Singer e No, No, Nanette sono solo due dei più famosi.

broadway

Il grande nome del Broadway Theater District fu però subito legato ad un tipo di spettacolo in particolare: il musical. Erede del vaudeville introdotto dall’impresario Tony Pastor, ma ibridato con l’operetta, il musical creava per la prima volta un vero e proprio spettacolo americano che definiva un gusto d’oltreoceano, che non spartiva nulla con ciò che accadeva in Europa. Era naturale che, grazie al talento degli artisti, la cura delle produzioni e della pubblicità, il successo di pubblico fu continuo e stabile.

Il crollo della borsa di Wall Street, però, e la conseguente Grande Depressione, contribuirono a cambiare radicalmente questo immaginario. Nel giro di pochi anni, infatti, le pressioni economiche erano diventate insopportabili anche per molte importanti case di produzione, oltre al fatto che il cinema si stava imponendo sempre di più come nuovo e moderno spettacolo. Tra l’altro, molti film si basavano proprio su dei preesistenti musical, assorbendone così la fama e oscurando di conseguenza gli spettacoli originari.

Il colpo fu tanto duro che persino Lee Shubert, il più grande impresario di Broadway, fu costretto a dichiarare fallimento e a vendere il proprio teatro all’asta. Era finita l’età d’oro del musical.
Nessuno poteva immaginare, però, che nei decenni successivi – terminata la crisi economica – questo spettacolo avrebbe incontrato favori così vasti da farlo risorgere dalle ceneri e consegnare alla storia i grandi spettacoli che, dagli anni ’50, ancora definiscono gli standard del suo immaginario.

Gli anni ’20, Broadway ed il musical Aggiornato: 2015-09-30T20:29:09+02:00 da luca

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