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La danza continua del Dio Shiva, tra cultura, folklore, sacralità

La danza rappresenta una componente fondamentale all’interno di tutte le culture del mondo. Linguaggio artistico, elemento rituale e sacro, forma di sperimentazione culturale, o semplicemente sinonimo di benessere e attività espressiva e fisica, questa è la danza nelle sue mille sfaccettature.

Danzare fa bene e aiuta a esprimere una serie di emozioni che altrimenti difficilmente troverebbero un territorio di manifestazione. Quante volte sentiamo che danzare sia qualcosa di liberatorio e catartico aldilà delle implicazioni estetiche che questo linguaggio può possedere e soprattutto aldilà del fatto che danziamo per passione o per professione?

Shiva

Possiamo pensare alle caratteristiche che questa forma di arte ha rivestito a seconda del luogo in cui ha attecchito e del periodo storico. Il discorso si fa più ampio se pensiamo al mondo vastissimo della religione e del sacro.

Addentrandoci in questo territorio, soprattutto in relazione alle culture fiorite in Oriente, ci renderemo conto di quanto la danza sia una forma simbolica legata alle divinità sin dagli arbori delle civiltà fiorite nella valle dell’Indo.

Ce n’è una in particolare, che fa parte del pantheon induista e che si collega profondamente alla dimensione della danza. Questa divinità è Shiva Nataraja. Shiva è definito come il Danzatore Cosmico, il Re della danza Tandava. Il suo nome è Mahakala, ovvero, Il grande Tempo. Shiva è colui che più di tutti crea e ricrea l’universo con la sua danza cosmica. Nel tempio di Chidambaram, Shiva danza, e proprio sulle pareti del tempio di Parvati sono scolpite le 108 posizioni cosmiche. Non è un caso se Bharata Natyam, la danza indiana, ricorre a 108 posizioni che possono dare vita a infinite possibilità di combinazione.

Shiva incarna l’Energia Eterna, e tutto ciò che esiste in natura, tutte le creature che fanno parte dell’ordine cosmico, sono agli ordini di questa straordinaria danza. Non è un caso se la cultura induista ricorre alla danza per esprimere il movimento della vita universale con i momenti di distruzione e rinascita.

Esistono anche una serie di bronzi in India Meridionale piuttosto antichi dove proprio Shiva Nataraja viene rappresentato con una serie di attributi simbolici che vanno letti in questo senso “cosmico”. Shiva è per esempio associato anche al ritmo.

Infatti, nella mano destra stringe un tamburo a forma di clessidra. In questo caso si allude al ritmo delle stagioni, al tempo che scorre, e al suono come vibrazione e propagazione. In una mano a sinistra inoltre è poggiata una fiamma come fattore simbolico e reale che distrugge l’ordine, quindi elemento che mette in crisi un equilibrio che per sua natura è instabile. Nell’Universo domina l’impermanenza e nulla è davvero statico ed assoluto nella sua forma contingente.

Con la seconda mano destra, Shiva fa il gesto chiamato abhaya-mudrali, che può essere inteso come una forma di protezione, un ammonimento al non preoccuparsi eccessivamente in quanto si è sotto la protezione divina. Il piede sinistro è sollevato delicatamente, come simbolo di liberazione, amore per colui che ha fede. E se si osserva il piede destro, si noterà che questo schiaccia un demone, un nano, tamasico. Si tratta di un uomo che resta a metà, in un territorio di sospensione, senza conoscenza e vittima dell’ignoranza.

Shiva Nataraja è solo uno degli esempi che si possono citare in relazione alla danza come elemento simbolico e archetipico. Se pensiamo alla preistoria ci renderemo conto che tutto è frutto di un rapporto istintivo, viscerale, e sacro tra gli elementi della natura, l’uomo e il Divino.

Una delle vie di accesso a questa dimensione è stata proprio la danza, come vero e proprio ponte tra l’uomo, nella sua accezione fisica e spirituale e quel mondo di cui non si può che immaginarne la natura, avvicinandosi, con fede, senza mai completamente farne esperienza.

Come direbbero in Oriente, è la bhakti un fondamento della vita dell’uomo spirituale, ovvero la devozione. E la danza, ancora una volta è un collegamento, un tramite importante per aprire il cuore, e le proprie emozioni, e offrirle, qualora si creda in una divinità, a quest’ultima in segno di gratitudine e liberazione.

La danza continua del Dio Shiva, tra cultura, folklore, sacralità Aggiornato: 2015-07-24T11:16:54+02:00 da luca

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